Un uomo sta volando su di una mongolfiera quando capisce di essersi perso.
Fa in modo di scendere di quota finché non riesce ad arrivare a portata di voce di un tale a terra:
«Mi scusi, può dirmi dove mi trovo?».
E il tizio da basso gli risponde:
«Ma certo! È su di un pallone ad aria calda ad una decina di metri dal terreno».
«Scommetto che lei è un tecnico e magari lavora nel campo dell’informatica.» fa l’uomo sul pallone.
«Accidenti, è proprio così! – replica il passante – Ma come fa a saperlo?».
«Beh – dice l’aereostatiere – tutto quello che mi ha detto è tecnicamente ineccepibile, ma assolutamente inutile».
E da basso arriva la risposta:
«Invece Lei mi sa che è un dirigente d’azienda».
«Giusto – deve ammettere l’uomo in pallone – ma come fa a saperlo?».
«Vede – fa il passante – Lei non sa dove si trova, o dove sta andando, ma era convinto che io la potessi aiutare.
Lei è nell’identica condizione di prima che ci incontrassimo, ma ora è colpa mia».
Oggi ho deciso di installare Linux. Non si può essere un vero hacker se non si usa Linux, e io voglio essere un vero hacker. Soprattutto per far colpo sulle ragazze. Ho chiesto a quelli che conoscevo ed ho scoperto che Giovanni usa Linux; stranamente ha gli occhiali spessi, è in sovrappeso, non si lava molto, non si rade e non conosce nessuna ragazza. Mi aspettavo qualcuno di più figo, con gli occhiali scuri anche al chiuso e il trench di pelle. Probabilmente si traveste per non dare nell’occhio. Una doppia vita! Che cosa emozionante diventare un hacker. Mi ha consigliato la Debian dicendo che è la «distruzione di Linux» per veri duri. Io sono un duro. Uso il computer da quando ero piccolo; sempre Macintosh, ma quando uno sa usare un computer, li sa usare tutti! Pensa: l’hacker di Indipendence Day entrava nel sistema operativo di una nave aliena: figata! Chissà perché si chiama «distruzione di Linux». Dovrò chiedere. Che nome da duro!
Tutti i giorni, molto presto, arrivava in ufficio la
Formica produttiva e felice.
Lì trascorreva i suoi giorni, lavorando e canticchiando una vecchia canzone
d’amore.